INCONTRO / SCONTRO IERI SUL REFERENDUM. SALA GREMITA
Appassionante botta e risposta, ieri sera presso il centro sportivo comunale, tra i promotori del Si e quelli del No in vista del prossimo referendum costituzionale. Il dibattito, cui hanno assistito esponenti del mondo politico locale e semplici cittadini, era moderato dal conduttore Leo Bosi: gremita in ogni ordine di posto la sala allestita per questo momento di confronto, durato circa due ore e che è stato avviato da Lorenzo Callegari, sindaco di Casteggio e che appoggia il comitato per il Si al referendum. <<Nonostante il mio gruppo politico sia contrario alle riforme proposte, io invece sostengo il Si: in un momento in cui la politica italiana fa acqua da
tutte le parti, e dove non possiamo più affidarci ad alcun partito come punto di riferimento e dobbiamo scontrarci con mille problemi, dalla mancanza del lavoro alla povertà, riteniamo giusto che si debba proseguire su questa strada? E' ora di cambiare rotta- ha detto Callegari -Questa riforma potrà anche essere perfezionata, migliorata in alcune parti, ma è un inizio. Vogliamo che si riduca il numero dei senatori, riducendo i tempi di approvazione delle leggi: il prossimo 4 dicembre gli italiani hanno la possibilità di dare l'ok ad una svolta epocale, non di rimandare per l'ennesima volta il tanto desiderato cambiamento. Viene offerta questa opportunità, se la si getta al vento allora non ci sarà più spazio per le lamentele, perchè l'occasione di cambiare c'era e non è stata sfruttata>>. Ha ribattuto Vito Crimi, senatore del Movimento Cinque Stelle: <<Non si fa una riforma così per cambiare, io dico no ad un cambiamento in peggio
Non è vero che il Paese ha bisogno di maggiore rapidità nell'approvazione delle leggi, caso mai ha bisogno di leggi fatte meglio e soprattutto di una migliore classe politica- ha sostenuto Crimi -Se dovesse passare il Si allora verrebbero cancellate le autonomie locali, si passerà ad un centralismo sempre maggiore. Il Senato resterebbe comunque, i suoi componenti non verrebbero però eletti dai cittadini bensì dalle segreterie dei partiti. E' una riforma fatta male>>.
La palla è passata al Comitato per il Si: <<Nel 1999 la Svizzera ha completamente
riscritto la Costituzione, ritenne che fosse necessario un
ammodernamento, nei 94 lo fece il Belgio, la Francia già nel '58- ha detto Giovanni Cordini, costituzionalista, ordinario di Diritto pubblico comparato e direttore del dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Pavia -Nessuno di questi Paesi che ho citato
si è posto un problema di salvaguardia della democrazia: quello proposto nel referendum è un'aggiustamento necessario e corretto, affinchè il governo dell'Italia possa svolgere le sue funzioni>>. Per i promotori del No ha preso la parola Gian Marco Centinaio, capogruppo in Senato della Lega Nord: <<Non siamo quelli che dicono sempre no, noi avevamo
avanzato delle proposte di riforme costituzionali, però questo governo le ha respinte tutte. Ma
la Costituzione è di tutti, non va personalizzata: cosa daremo ai nostri
figli? Andiamo a vedere i contenuti: tolgono i poteri alle Regioni,
hanno già comnciato eliminando le Provincie, e poi dove andranno i
sindaci a chiedere sostegno? Direttamente a Roma? Gli enti locali vanno
invece tutelati- sono alcuni passaggi del discorso di Centinaio -Non è vero che ora
le leggi vengono approvate lentamente: la legge Fornero, che è un
disastro, è stata approvata solo in 17 giorni. Secondo questa riforma, sindaci e consiglieri
regionali dovranno suddividersi su due incarichi, mi riferisco a quelli
che siederanno nei nuovo Senato: posso immaginare che, proprio per questioni di tempo, il lavoro non
possa venire svolto nei migliore dei modi, costretti a continui trasferimenti. Riduciamo i senatori? Si,
sono d'accordo, ma fateli scegliere dai cittadini, non da altri>>. A sostegno del No si è espressa anche Iolanda Nanni, consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle: <<Si rischia di eliminare la sovranità popolare, i cittadini
non sceglierebbero più i loro rappresentanti in Senato. La voce di amministratori
locali, di associazioni, cittadini e comitati non sarebbe più ascoltata:
molti poteri che adesso hanno le Regioni verrebbero accentrati nelle mani
dello Stato- ha affermato -Ci dicono che saranno ridotti i costi, ma non si
contano i rimborsi spese che invece aumenteranno notevolmente. Io come consigliera regionale se nominata potrei andare al Senato, ma non sarebbe
nient'altro che una gita a spese degli italiani, mentre invece restando
sui territorio si devono affrontare molteplici problematiche>>. Il professor Cordini, per il fronte del Si, ha ribattuto che <<nel Senato tedesco vanno i rappresentanti dei governi
locali, la stessa cosa avviene in Francia. Perciò le realtà locali hanno voce, eccome. Bisogna leggere i contenuti della riforma, è
evidente che si renderanno necessari passaggi successivi, tuttavia esiste un sistema
di garanzie a salvaguardia della democrazia parlamentare. A mio avviso la riforma
contiene alcuni elementi che possono rendere più celere il processo
formativo delle scelte di maggiornanza, con la normativa attuale capita invece che i governi non possano realizzare i loro programmi per amministrare il Paese>>. A seguito degli interventi si è aperto il dibattito, che a volte ha assunto anche toni piuttosto accesi. >>SE CLICCHI QUI INVECE FOTO IN ESCLUSIVA DI QUELLO CHE SI VEDE NEI BOSCHI ALLA NOTTE <<